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SIAMO LA NATURA CHE SI RIBELLA [ITA/ENG]

A proposito dello sgombero del presidio ex autoporto di San Didero

Se in questi anni il cantiere di Chiomonte è stato il simbolo della lotta No Tav, quello di San Didero è ora destinato a diventare un altro cantiere strategico ai fini della realizzazione della linea ad alta velocità. Nel sito di 68 mila metri quadrati, però, non si scaverà nessuna galleria e non passerà alcuna ferrovia. L’obiettivo infatti è costruire un gigantesco parcheggio per i Tir con relativo svincolo autostradale, un’area di servizio, un’area commerciale e ristorazione e un nuovo posto di controllo centralizzato della Sitaf (Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus) che, grazie alla costruzione e gestione dell’autostrada A32, da 60 anni lucra sulla Valsusa. A San Didero verrà rilocalizzato l’autoporto già esistente a Susa, autoporto che, paradossalmente, era già stato costruito, uffici e fabbricati compresi, 44 anni fa per poi essere abbandonato e ricostruito a una quindicina di chilometri di distanza.

Ora, per la seconda volta vorrebbero cementificare la medesima area che i progetti descrivono come “Un sito inutilizzato dagli anni Settanta che, dopo 40 anni di abbandono, presenta alcune costruzioni fatiscenti e della vegetazione.” Con pensiline rivestite con pannelli fotovoltaici, area giochi per i bambini (utile, in un parcheggio), tetti con coperture erbose e asfalto mangiasmog, Telt, la società che si occupa della progettazione e della realizzazione dell’opera, punta tutto su un approccio “green”. Settanta mila metri quadri di cemento “verde”. Senza considerare poi che questi terreni sono stati per decenni inquinati da fumi e materiali di scarto dell’acciaieria che sorge di fronte, oltre ad essere stati utilizzati come discarica abusiva. Ma si sa, la transizione ecologica in Val di Susa la fanno le draghe che abbattono gli alberi.

In questo contesto a dicembre l’ex autoporto di San Didero è stato occupato in quanto emblema di un sistema di sviluppo basato sulla devastazione ambientale, la cui priorità è il profitto di pochx a discapito della Terra e della collettività. Nei mesi successivi il presidio è diventato un luogo importante per molte e molti dove organizzarsi e ripensare il modo in cui viviamo sulla Terra e con essa, attraverso la condivisione dei saperi e l’autogestione.

La notte del 13 aprile il presidio è stato attaccato e assediato dagli sbirri che hanno coattamente recintato l’area per iniziare i lavori del cantiere, ma la resistenza è continuata sul tetto per più di una settimana riuscendo, nonostante l’incredibile dispiegamento di forze dell’ordine, a darsi il cambio nella casina intrufolandosi nottetempo nel fortino e portando acqua, viveri e nuove energie. Si è assistito alla mobilitazione di 2000 forze dell’ordine e digos, al posizionamento di centinaia di jersey, di una decina di torri faro, di chilometri di filo spinato e alla chiusura dei passaggi per animali sotto l’autostrada con doppie reti elettrosaldate, che hanno trasformato la piana di San Didero in un fortino militare che rimanda a scenari di guerra.

In risposta allo sgombero è stato chiamato un campeggio di tre giorni e la solidarietà si è fatta sentire forte, con mobilitazioni e momenti di piazza a cui gli sbirri hanno risposto con la violenza che siamo solitx conoscere. Contro sgomberi e militarizzazione (ricordo anche il recente sgombero della Casa Cantoniera Occupata di Oulx), devastazione e green washing la lotta continua nella valle che resiste.

ENG:

WE ARE THE NATURE THAT FIGHTS BACK

About the eviction of the ex traffic centre garrison of San Didero

If, in these years, the Chiomonte building site has been the symbol of the No Tav struggle, that of San Didero is now meant to become another strategic building site for the purpose of developing the high-speed rail line. In the 68 thousand square meters site, though, no gallery is going to be dug and no rail line is going to pass. The aim, in fact, is to build a huge Tir parking with its annexed highway exit, a service area, a commercial and food service area and a new centralized checkpoint for the “Sitaf” (Italian Society for the Highway Tunnel of Frejus) who, thanks to the construction and managing of the A32 highway, has been making profit on the Val Susa for the last 60 years. The traffic centre, already existing in Susa, will be relocated in San Didero, traffic centre which, ironically, had already been built, complete with offices and buildings, 44 years ago, only to be abandoned and rebuilt about ten miles from there.

Now, for the second time they would want to cement the same area that the projects describe as “a site unused since the 70’s that, after 40 years of abandonment, presents some decaying buildings and some vegetation”. With canopies covered with solar panels, a playground for children (useful, in a tir parking), grass-covered roofs and “smog-eating asphalt”, Telt, the society that handles the planning and realization of the work, bets it all on a “green” approach. Seventy thousand square meters of “green” cement. Not to mention that these lands have been polluted for decades with the fumes and waste materials of the neighboring steel mill, apart from being used as an illegal dump. But it is known that, in Val di Susa, the ecological transition is made by the dredges that chop down the trees.

Within this context, in december 2020 the ex traffic center of San Didero was occupied as emblematic of a development system based on environmental devastation, whose priority is the profit of a few at the expense of the Earth and the community. In the following months the garrison has become an important place for many to organize and rethink of the way in which we live on and with the Earth, through the sharing of knowledge and self-management.

On the night of April 13, 2021, the garrison was attacked and surrounded by cops who forcibly fenced the area to let the construction site working begin, but the resistance persevered on the roof for more than a week and, despite the unbelievable police deployment, they were able to switch up in the little house on the roof, sneaking by night in the fort to bring water, food and new energies. There has been a deployment of two thousands between police, military and digos, the placement of hundreds of jerseys, about ten light towers, kilometers of barbed wire and the closing of passages for animals under the highway with double electrowelded mesh; all of this transformed the San Didero valley in a military fort which reminds of war sceneries.

In response to the eviction, a three days camping has been called and a strong solidarity has made itself felt, with mobilizations and demonstrations to which the cops responded with the violence we are used to. Against evictions (we also remind the recent eviction of the Occupied Cantoniera House in Oulx), militarization, devastation and green washing, the struggle goes on in the valley that resists.