Riceviamo e diffondiamo:
La violenza vissuta a Sairano lo scorso 20 settembre non è stata gratuita o casuale, ma ha soddisfatto precise esigenze politiche ed economiche.
Con oltre 2.700 allevamenti e 4,1 milioni di maiali, la Lombardia da sola rappresenta la metà della “filiera suinicola italiana”, come viene comunemente chiamata. Per questo motivo, la presenza di Peste Suina Africana (PSA) all’interno del rifugio Cuori Liberi rappresentava una minaccia per il profitto derivante dall’intero settore zootecnico. Non dimentichiamo, inoltre, che gli allevamenti nel raggio di 10km dal primo focolaio nato nella zona di Sairano, in cui sono stati uccisi 34.000 maiali con l’obiettivo di fermare la diffusione del virus, hanno ottenuto un rimborso statale che raggiunge il 100% del danno stimato, secondo i dati ministeriali.
Parliamo di una filiera made in italy da oltre 10 miliardi di euro, 40mila posti di lavoro e 2 miliardi di export.
Il 4 ottobre si è data notizia – col plauso di Ettore Prandini e Coldiretti – che il ministero dell’agricoltura ha ulteriormente stanziato 19.644.443,25 milioni di euro per sostenere la “filiera suinicola” danneggiata dalle misure di contenimento previste dallo Stato per la prevenzione e
gestione della PSA.
La presenza costante della Digos (che svolge principalmente la funzione di repressione politica)
al presidio di Sairano dovrebbe farci riflettere: l’assedio a Cuori Liberi non è stato frutto di una manovra a scopo sanitario, ma è stato un chiaro intervento politico.
Non solo la priorità è stata, come evidenziato, quella di preservare il sistema economico (da sempre priorità di ogni governo), ma è stata anche performata l’ennesima dimostrazione di forza, questa volta nei confronti di chi è stat* considerat* nemic* dell’industria zootecnica.
La PSA diventa inoltre un chiaro strumento che amplifica e sorregge la lotta ai selvatici, lotta mossa dalla volontà dell’umano di esercitare il dominio su spazi non ancora urbanizzati.
La PSA diviene dunque solo una sporca scusa che viene smontata dai dati, reperibili nel Bollettino Epidemiologico Nazionale 2023.
Infatti in provincia di Pavia sono state esaminate 1.730 carcasse di cinghiali; ma, tra queste, 1.727 sono negative alla PSA.
I cinghiali positivi alla Peste Suina sono solo i tre trovati tra metà giugno e il 20 agosto: dunque quali sono le evidenze che supportano la tesi della diffusione dell’epidemia nelle popolazioni selvatiche della Lombardia?
La guerra ai selvatici è rafforzata e portata avanti da alleanze tra ambiente venatorio e ambiente agricolo, come accade tra CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) e Coldiretti, che, mossi dal profitto, hanno dato vita all’iniziativa Agrivenatoria Biodiversitalia (AB), che vorrebbe applicare un ulteriore controllo agli ambienti selvatici, affibbiare un’aura di salvatore al ruolo di
cacciatore, stringere rapporti più solidi con i produttori di armi e, ovviamente, difendere e promulgare il mercato dei prodotti “made in italy” provenienti dallo sfruttamento animale.
L’intero ambiente venatorio ed industriale, Regione Lombardia e ATS -con la complicità delle forze dell’ordine e delle forze armate- sono stati i progettisti, i promulgatori e gli esecutori dell’uccisione dei 9 maiali che vivevano in uno spazio che veniva erroneamente da noi
considerato liberato e intoccabile.
Ci teniamo a ricordare che adesso ciò che è di grande importanza è l’esigenza di praticare solidarietà e aiuto nei confronti dei rifugi antispecisti, che ora più di prima dovranno affrontare tempi difficoltosi. Possiamo donare, partecipare ad eventi benefit, aiutare fisicamente (se
possibile) e molto altro.
La questione di Sairano ci ha colpit3 tutt3 profondamente: forti sono i sentimenti di rabbia e di
impotenza, e tanta è la necessità di stare unit3 e supportarci a vicenda (animali umani e non
umani).
Tuttavia abbiamo l’urgenza di trasformare questi sentimenti in un percorso di costruzione collettiva, che sia in grado di incrociare altri percorsi politici di lotta, condividendo e scoprendo nuove pratiche e riconoscendo le cause della repressione che abbiamo ricevuto e che
continueremo a ricevere.
Forse è iniziato il momento di alzare l’asticella, di comunicare all’esterno davvero ciò che vogliamo, senza edulcorare i contenuti politici della lotta antispecista; organizzarsi e recuperare da altri movimenti passati come la campagna SHAC, Chiudere Morini e Coordinamento Fermare Green Hill, solo per citarne alcune, con le dovute differenze tra luoghi geografici, tempi e situazioni socio-politiche diverse.
Per organizzarsi e creare una rete forte è indispensabile trovare nuovi spazi e tempi di costruzione collettiva, che non siano quelli dettati dall’emergenzialità.
Potrebbe essere utile iniziare uno scambio di contatti (mailing-list) per poter poi organizzare momenti assembleari dal vivo, con l’obiettivo di costruire assieme un percorso che possa contribuire a darci una più chiara direzione verso la Liberazione di cui spesso parliamo, e
accogliendo una continuità di momenti di incontro, di ascolto, di dibattito e di organizzazione.
Se vuoi essere aggiunt* alla mailing-list per contribuire alla costruzione di un percorso comune, puoi scrivere a questa email: arbusti@autistici.org
Restiamo unit* e continuiamo affinché ciò che è successo a Sairano possa non ripetersi.
Il nostro pensiero va ancora una volta a Freedom, Mercoledì, Bartolomeo, Dorothy, Carolina, Ursula, Crosta, Crusca, Spino, Pumba e a tutti gli altri animali non umani schiavizzati e uccisi in ogni luogo, in ogni istante.
Alcun* compagn* antispecist*
Volatino in PDF qui sotto: