Tratto da: Anti-speciest Action [english]
“Il purismo è la qualità più brutta (e destrorsa) del “veganismo” dominante moderno ed è probabilmente il principale ostacolo che dobbiamo affrontare se vogliamo ottenere una forte solidarietà da parte di altri movimenti socio-politici. […] Detto ciò, posizionarsi contro il purismo non dev’essere confuso con il modello “welfarista” “vegetariano” del “sembrare vegan”, che giustifica la violenza specista in nome di un “bene più grande” […] Il nostro nemico è lo specismo e continuando a lottare contro l’ideologia specista e le sue strutture, invece che essere pedanti con altre singole persone, costruiremo un movimento che abbia chiaro contro cosa si posiziona.”
E se fossero umani?
Dato che viviamo in una cultura profondamente specista, chiederci “e se fossero umani?” è quasi sempre un modo efficace ed emotivo di verificare se qualcosa o qualcuno è specista o meno. Per esempio: è eticamente giusto allevare e macellare persone umane per la loro carne? La risposta è no, non è etico. In questo modo si rende visibile il palese pregiudizio nei confronti delle persone non umane. È eticamente giusto intrappolare e uccidere esseri umani per i loro capelli? Ancora, la risposta è ovvia. Questa domanda, anche se non sempre significativa o sfumata quanto dovrebbe, può sollevare importanti questioni e inconsistenze nella cultura dominante, anche all’interno di gruppi e individui vegani.
Ma ecco qui un esempio inusuale e interessante di quando questa domanda non sia adeguata: i giochi di ruolo kink (BDSM) in cui le persone umane si travestono da persone non umane (come cani), traendone piacere emotivo, sociale e sessuale, sono una sorta di appropriazione dei comportamenti, corpi e comunicazione non umani? E dato che si tratta dell’appropriazione di corpi marginalizzati, è quindi specista/oppressiva? Senza un’analisi sfumata e una comprensione sociologica del kink/BSDM/feticismo, rischiamo di essere bigott se la definiamo specista con leggerezza. Jeff Mannes, un sociologo queer e sex-positive sostiene che “i giochi di ruolo animale” sovvertono lo specismo piuttosto che perpetuarlo, per via della sociologia che sta dietro al kink. Lui spiega come il kink nasca da un “anti-habitus” (in sostanza, un tabù) e che nel caso dei “giochi di ruolo animale”, in parole simili, sia il risultato della separazione degli esseri umani dalla loro animalità. Questa risposta stimolante e multidimensionale significa che spesso le risposte a queste domande sono più sfumate di quanto inizialmente potrebbero sembrare, e che quindi dovremmo usarle con attenzione.
In generale, questa domanda ci può aiutare a delineare la direzione in cui le nostre azioni, immaginario e linguaggio dovrebbero andare. Purtroppo, questa domanda è stata usata anche come arma sia per manipolare chi sostiene idee speciste, sia per rimproverare nello specifico chi si impegna nell’antispecismo con l’intento di farl diventare puritan.
“E se fossero cani?”
Come già discusso in un testo precedente chiamato “il problema dei paragoni con i cani nell’antispecismo”, la domanda “e se fossero cani?” per quanto riguarda l’uccisione di mucche e maiali è stata usata per rafforzare lo specismo piuttosto che per sovvertirlo. L’argomentazione principale contro questa frase è che i cani sperimentano pure loro uno specismo violento, e che il loro “status speciale” (in “Occidente”) è superficiale, visto che questo “status speciale” è esso stesso una forma di specismo consumabile emotivamente attraverso la violenza sistemica dell’industria degli animali da compagnia o di altre industrie che sfruttano i cani. In fin dei conti questa domanda mette i cani su un piedistallo di falso “amore” e sminuisce le loro esperienze vissute, oltre a non mettere in risalto l’ideologia specista.
Dunque l’alternativa non specista è, in qualche modo, “e se fossero umani?“
La nostra definizione di veganesimo/antispecismo è: “rifiutare e combattere lo specismo per quanto possibile e praticabile“. E in parole semplici, lo “specismo” è il modo in cui le persone umane vedono sé stesse come superiori moralmente rispetto alle persone non umane, e pertanto ripropongono questa visione in tutti i sistemi umani, culture umane e relazioni interpersonali.
Il “Liberation Pledge” (“Promessa di Liberazione”)
Il “Liberation Pledge” è quando un essere umano fa la promessa di non sedersi a tavoli dove corpi e secrezioni non umane vengono consumati, per tutelare il proprio benessere emotivo o per usare il rifiuto sociale come protesta, o entrambi.
Usiamo il “Liberation Pledge” come esempio di un possibile purismo vegano per via delle (giuste) associazioni con la devozione al culto vegano [ndt: approcio settario e quasi religioso al veganesimo]. Per la cronaca, noi non ci sediamo a tavoli o ci coinvolgiamo in situazioni sociali dirette dove della carne, latte di mucca, ecc. viene consumata. Ad ogni modo, non concepiamo questo atto come una “promessa” di purezza vegana che si manifesta indossando una forchetta-braccialetto, ma come un uso strategico del rifiuto sociale di protesta contro le violente norme speciste. Facciamo così perché è specista contribuire a queste situazioni socialmente speciste. Per esempio, se la carne di maiale sul tavolo fosse invece carne umana, non ci sederemmo a tavola a mangiare vegetali. Sopratutto, noi usiamo questa tattica perché possiamo, ne siamo socialmente, emotivamente e fisicamente capaci. È specista mangiare allo stesso tavolo dove è presente carne non umana? Assolutamente. Qualsiasi persona vegana può usare questa tattica? No. È pericoloso esigere che altre persone vegane usino questa tattica se non diamo loro un giusto consenso informato sui rischi sociali, emotivi e professionali di tale azione? Assolutamente, lo è.
Lo specismo nei film
Il problema principale è che quando esigiamo che tutt debbano rifiutare lo specismo nella sua interezza e abbiamo le stesse aspettative per tutt (purismo), dimentichiamo che il veganesimo (rifiutare e contrastare lo specismo) riguarda ciò che è praticabile e possibile per le persone umane. Quando guardiamo film e serie TV, ci dimentichiamo facilmente che persone non umane potrebbero essere state sfruttate come attrici, le loro carni e secrezioni come cibo, la loro pelle e pelo come abiti, ecc. È specista guardare questi film e pagare per farlo? Questi stessi film che ci intrattengono e che, se ci fossero umani al posto di animali, non pagheremmo per guardare? La risposta è sì, è specista, ma ciò non significa che sia possibile emotivamente o socialmente rifiutare ogni film in cui la produzione sia impregnata di violenza specista o, anche peggio, di ideologia specista nella morale del film. Guardare “Game of Thrones”, ad esempio, non vuol dire che giustifichi lo sfruttamento letterale dei cavalli o lo sfruttamento fittizio dei draghi nella serie.
Anonymous for the Voiceless
Tempo fa, AV (Anonymous for the Voiceless) aveva pubblicato un messaggio razzista su una persona Nera che aveva usato la testa tagliata di un maiale come parte di un’installazione (implicando che gli sbirri sono maiali) ad una protesta Black Lives Matter [BLM]. Il messaggio sminuiva il movimento BLM prendendosela con lo specismo dichiarato di un_ manifestante antirazzista Ner, senza criticare lo specismo del violento sistema di polizia che schiavizza cavalli e cani, che poi usa come armi per reprimere i movimenti. Una persona aveva scritto un commento a questo messaggio spiegando che si trattava di “una persona”, che stava usando uno specismo impressionante contro la polizia, e che il messaggio [di AV] aveva un significato razzista subliminale. La risposta: “E se fosse stata tua madre?” (riferendosi ai resti del maiale) “… avresti detto lo stesso?”. Ecco, questa è una ripetizione della domanda “e se fossero umani?”, in questo caso usata per manipolare e incolpare (attraverso un’argomentazione fittizia) la persona che aveva scritto il commento e farle credere di essere specista. Questa domanda può essere usata, ed è stata usata, dall’estrema destra e dagli eco-fascisti per controllare la narrativa e diffondere messaggi subliminali a favore di altri esseri umani atroci e sfruttatori.
“Non l’avresti detto se fossero stati umani?!” la risposta probabilmente sarà spesso “no, non l’avrei detto”. Ma viviamo in una cultura profondamente specista e ci sono molteplici sfaccettature e sfumature nelle vite umane. A volte alcune persone umane devono sedersi a tavola a mangiare cibo vegano assieme a esseri umani che stanno mangiando carne perché c’è l’elemento sociale, e si sentirebbero isolat e non reggerebbero mentalmente questo mondo senza questo meccanismo di supporto emotivo, pertanto è verosimilmente inaccessibile per loro evitare di prendere parte a questa pratica specista. Alcune persone potrebbero sentirsi più a proprio agio grazie alla propria sicurezza emotiva e abilità nell’usare questa tattica efficacemente e in sicurezza, quindi è per loro accessibile e dovrebbero farlo se possono; così come se seguire una dieta basata sul consumo di vegetali o disimparare il linguaggio specista fosse accessibile a loro, allora dovrebbero fare anche quello.
Quando parliamo del rifiuto sociale come tattica (e questo è) con attivist, in particolare attivist giovani/nuov che sono ideologicamente vulnerabili, non dovremmo esigere una purezza irraggiungibile. Ciò non vuol dire che il rifiuto sociale non sia una potente strategia per esprimere quanto una persona si opponga a qualcosa e quanto sia diplomaticamente esclusiva con il proprio capitale sociale; ma quando si tratta di purezza, allora è inutile e settario.
Organizzazioni problematiche
Un altro modo in cui la purezza, sotto forma di ostracismo[1], può manifestarsi è quando un’organizzazione è specista, gerarchica od oppressiva in qualche modo. Chi protesta contro queste organizzazioni esige, con fare da puritan, alle persone coinvolte (solitamente chi fa volontariato non pagato ed è ideologicamente vulnerabile) di lasciare immediatamente queste organizzazioni. Dovremmo essere consapevoli che gli esseri umani potrebbero ricevere supporto sociale, emotivo o economico da queste organizzazioni e dobbiamo riconoscere che non è sempre praticabile e possibile mollare un lavoro no-profit o una branca di un’organizzazione immediatamente o mai.
“Animali di Servizio”
“Cosa dici delle persone cieche o con disabilità visive che sfruttano cani come “animali di servizio?” Questi cani sono senza dubbio schiavizzati, la loro autonomia corporea e il loro consenso è violato; ma è anche impossibile o impraticabile per alcune persone cieche non sfruttare cani per sopravvivere in questo mondo abilista. La nostra risposta è ignorare lo specismo? No, riconosciamo che è specista, ma riconosciamo anche che non è attualmente possibile per tutt non prendere parte a questo tipo di sfruttamento. Non colpevolizziamo gli esseri umani che prendono medicamenti che sono stati testati con la vivisezione; lottiamo contro le industrie della vivisezione. Non colpevolizziamo le persone cieche perché sfruttano cani guida per sopravvivere; lottiamo per un mondo non abilista che si adatti alle varie abilità, specie e corpi che lo abitano.
Infine:
L’obiettivo di questo articolo è chiedere a tutt di abbandonare il purismo vegano. Il purismo è la qualità più brutta (e destrorsa) del “veganismo” dominante moderno ed è probabilmente il principale ostacolo che dobbiamo affrontare se vogliamo ottenere una forte solidarietà da parte di altri movimenti socio-politici (di Sinistra[2]). Se siamo purist con la nostra dieta, ideologia, stile di vita, linguaggio, azioni, stiamo costruendo muri mentre ci aspettiamo che molte persone si avvicinino a noi. Detto ciò, posizionarsi contro il purismo non dev’essere confuso con il modello “welfarista” “vegetariano” del “sembrare vegan”, che giustifica la violenza specista in nome di un “bene maggiore”; ad esempio, consigliando alle persone vegane di mangiare un po’ di pesce davanti ai non-vegani per apparire “meno estremiste” (accidenti!). Quello che stiamo dicendo potrebbe suonare simile, tuttavia è diverso perché stiamo dicendo che lo specismo è totalmente inaccettabile, ma che coinvolgersi nello specismo a vari livelli è a volte inevitabile per alcune persone umane in certe situazioni, e che essere puritan con queste persone non ci aiuterà. Il nostro nemico è lo specismo, e continuando a lottare contro l’ideologia specista e le sue strutture invece che essere pedanti con altri induvidui umani, costruiremo un movimento che abbia chiaro contro cosa si posiziona. Un movimento che possa avvicinare all’antispecismo gli specisti, i “welfaristi”, gli ambientalisti e le persone non vegane di sinistra invece di escludere loro e il loro potenziale potere socio-politico.
Il veganesimo è un movimento socio-politico contro la violenta ideologia dello specismo e della supremazia umana; il veganesimo è nella sua essenza antispecismo. L’antispecismo ha l’obiettivo di rifiutare e contrastare lo specismo per quanto possibile e praticabile. Opporsi allo specismo significa innanzitutto lottare direttamente contro l’ideologia specista, le sue strutture e la sua violenza; significa fare campagne di pressione usando una varietà di tattiche e strategie. Opporsi allo specismo significa non sfruttare o schiavizzare animali non umani direttamente, che si tratti di allevarli, macellarli, cacciarli, usarli per l’intrattenimento o la vivisezione, ecc. Rifiutare lo specismo si manifesta anche in un cambio di dieta per coloro che possono, perché mangiare qualcun altr o mangiare i prodotti dei loro corpi viola la loro autonomia corporea; non perché crediamo ingenuamente che stiamo manipolando il capitalismo con i nostri portafogli. Per quanto riguarda il cambiamento di stile di vita, gli esseri umani dovrebbero rifiutare lo specismo non indossando o usando la pelle, pelliccia o secrezioni delle persone non umane, o non usando prodotti testati con la vivisezione. Per quanto riguarda il cambiamento linguistico, dovrebbero provare a disimparare lo specismo palese che consuma insidiosamente la nostra comunicazione. Rifiutare e contrastare lo specismo va naturalmente insieme al contrasto al capitalismo e a tutte le forme di oppressione, in questo modo l’antispecismo dovrebbe guidare gli esseri umani a una prospettiva politica di Sinistra radicale.
Ci sono molti modi di praticare l’antispecismo e molti modi di smantellare lo specismo. Il purismo, sotto ogni forma e in qualsiasi movimento, è controrivoluzionario.
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Note di Traduzione
1. Cancel Culture: è una forma moderna di ostracismo in cui qualcunx viene esclusx dai circoli sociali o professionali – che sia online, sui social media o di persona. Coloro che sono soggetti a questo ostracismo si dice che siano stati “cancellati”. Abbiamo appunto tradotto con ostracismo.
2. Sinistra: nel testo il termine left è stato tradotto letteralmente anche se in inglese ha una valenza diversa, paragonabile in italiano più a espressioni come “antagonista”.