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THE DARK SIDE OF ECOLOGY #2 LA RIBELLIONE ESTINTA

Link originale: https://lanavedeifolli.noblogs.org/post/2022/04/05/episodio-3-23/

THE DARK SIDE OF ECOLOGY

Viaggio alla scoperta del lato oscuro del Pianeta Verde

LA RIBELLIONE ESTINTA

Liberamente tratto da:
L’ADDESTRAMENTO EXTINCTION REBELLION – O di come controllare la resistenza radicale e far fuori la “Sinistra Ostruzionistica”
di Cory Morningstar (maggio 2019)

SECONDA PUNTATA

L’addestramento dei coordinatori locali di XR.

Durante il filmato registrato a Bristol Hallam disegna tre cerchi, uno sopra l’altro. Quello più piccolo in alto rappresenta Extinction Rebellion, le persone che vogliono fare le cose e ottenere i risultati prefissati. Quello centrale viene subito identificato come controverso: una “sinistra dura”, molta politicizzata e “più che altro ostruzionista”, che deve essere aggirata per raggiungere il cerchio in basso che, molto più grande, rappresenta i cittadini non politicizzati, target di riferimento di XR. «Concluderò con un argomento che è un po’ tabù, okay? Ma è un’altra questione importante che vi troverete ad affrontare quando si tratta di organizzare, cosa difficile, persone politicizzate. Okay, adesso disegnerò uno schema. Come la maggior parte delle persone presenti qui, pensate di essere davvero politicizzate, ma qui siamo pratici perché vogliamo che delle cose siano fatte. Okay? Dunque, sotto di noi, tra virgolette, c’è un altro gruppo di persone che sono molto politicizzate e che non vogliono che le cose siano fatte, proprio perché sono così tanto politicizzate (risate). Poi sotto, e il numero è migliaia di volte maggiore, c’è la gente che vorrebbe davvero fare qualcosa di buono, ma non sono politicizzate, sapete a cosa mi riferisco. Questi qui, i radicali, vogliono dei risultati; quindi scendono giù e cercano di coinvolgere le altre persone e di norma le logorano fino allo stremo.» Hallam parla dei pericoli rappresentati dai punti di vista della “sinistra estrema”: “l’estremo intersezionalismo” (“dobbiamo essere tutti perfetti e roba simile”), desiderio estremo di diversità, “veganismo estremo”, eccetera. I suoi esempi sono deliberatamente fuorvianti e ridicoli. Il suo accenno all’anarchismo fa ancora più ridere. E malgrado riconosca che «spesso hanno ragione», non ha alcun interesse a rafforzare questo gruppo ma le masse “non politicizzate” che stanno in basso: l’obiettivo è reclutare chi può essere convinto ad adottare un atteggiamento pragmatico e al tempo stesso zittire chi rifiuta di conformarsi. Nel business di XR, l’etica non è una forza trainante ma un danno: «Tutti i movimenti più efficaci hanno un’idea centrale, e quest’idea è l’equilibrio. Equilibrio tra necessità pragmatica e imperativo etico di cambiare la società, contro la necessità di essere eternamente etici.» Il messaggio è chiaro: puntare a chi è pratico e pragmatico. Distanziarsi da questi “puristi” egocentrici che «non sono realmente interessati all’efficacia politica. Sono interessati a un approccio politico che li faccia sentire bene con se stessi.»Malgrado XR dichiari di stare «lavorando per costruire un movimento che sia

partecipativo, decentralizzato e inclusivo», tutto ciò è in forte contrasto con la condotta di XR: «Il gioco consiste nello scavalcare queste persone, o almeno reclutare quelle poche tra di loro che capiscono… e arrivare quaggiù [al cerchio più basso]. È così che
siamo riusciti a mobilitare migliaia di persone in tre mesi. Organizzando incontri pubblici. E se l’incontro pubblico è messo in piedi attorno a principi partecipativi,
alla fine la persona tipo il membro del Socialist Workers Party1 non verrà. Ognuno si sente a suo agio e lui fa un’invettiva su come bisogna essere socialisti, altrimenti è una merda. L’intervento butta giù il morale a tutti. Succede sempre così. E per evitare che succeda, noi non lasciamo spazio alle domande. Le domande attirano le persone sfigate e gli assolutisti (risate), chiaro no? Voglio dire, si possono fare domande ma solo se si è in rapporti molto confidenziali e se ci si trova fra persone che vivono nel mondo reale, ma se si organizza un incontro pubblico, l’80% dei presenti saranno persone normali, che sostanzialmente sono interessate alla questione, il 20% saranno degli assolutisti politici. E saranno lì per succhiare la tua energia.»
È essenzialmente questa la strategia base di Extinction Rebellion. Isolare le voci radicali e dominare la narrazione; e al tempo stesso prendere di mira tutto ciò che non è pratico, pragmatico. Narrazione e campagna orchestrate al servizio della classe dominante. Per dare una falsa sensazione di inclusione e insieme prendersi gioco di chi, per cominciare, ha una devozione verso la Terra. Dato che Hallam effettivamente inquadra quelli che inserisce nel cerchio centrale come non “normali”, cerca rassicurazioni dai suoi studenti terminando le sue frasi con un gradevole “giusto?”, oppure “okay?”, e a questo punto – soprattutto grazie al livello di conformismo che si stabilisce in queste sessioni di gruppo – gli danno ragione. Le risate si susseguono. Nessuno mette in discussione la diatriba di Hallam Bollare deliberatamente come “ostruzionista” chi non si conforma è nei fatti ingegneria sociale. Anche se Extinction Rebellion non prende alcuna posizione contro il capitalismo, Hallam non ha alcun problema a scagliarsi contro il socialismo. Adoperando come esempio l’esperienza di Mondragon, un gruppo basco di imprese e cooperative, Hallam spiega che l’idea centrale deve essere l’equilibrio, «non il socialismo o altro».
Per riassumere, ecco i punti di maggior interesse per i coordinatori locali di XR: «Al gruppo intermedio non interessa l’efficacia politica. A loro interessa che le cose siano perfette e buone.»
La maggioranza, che dev’essere trattata come un gregge (vedi GCCA, Global Call for Climate Action, con la sua campagna TckTckTck) è formata da quelle «persone che se la stanno facendo sotto e vorrebbero che si faccia qualcosa ma non sono molto politicizzate».

«Non lasciar spazio a domande e risposte. Ciò permette alle persone estremiste, che le orienterebbero a senso unico, di far passare la voglia a tutti gli altri.»

«L’80% sono persone normali e il 20% assolutisti politici. Presenti per appropriarsi della vostra energia.»

«Non si tratta tanto del contenuto delle informazioni che si danno sul cambiamento climatico, si tratta dell’atteggiamento emotivo con cui le si dice; c’è bisogno di creare una risposta emotiva, le reazioni personali sono incredibilmente potenti.» Per la leadership di XR il nemico della Ribellione non è il predominio di aziende come Unilever o Volans. Il nemico della Ribellione non è il sistema economico capitalista che sta divorando tutto sul suo percorso. Il nemico della Ribellione è l’attivista radicale, pronto a difendere la Terra “con ogni mezzo necessario”.

NOTE
1. Partito socialista operaio fondato nel 1950 e rifondato nel ’77, di ispirazione
trotzkista.