Portovesme è ben nota a tanti sardi e sarde, per ospitare una delle centrali termoelettriche principali dell’isola. Nelle ultime settimane i quotidiani locali hanno trasmesso delle notizie contrastanti, secondo le quali Enel, proprietaria della centrale, avrebbe dichiarato la dismissione dell’impianto. In realtà non c’è alcun documento ufficiale in cui Enel dichiara questa dismissione, nonostante la tanto sbandierata propaganda sulla decarbonizzazione che ci promette la chiusura delle centrali a carbone nei prossimi anni. Proprio questo superamento del carbone viene utilizzato come giustificazione per sostenere la necessità ineluttabile delle energie rinnovabili. A vedere come stanno andando le cose sembra che non sia proprio così: a quanto pare dobbiamo tenerci sia le centrali a carbone sia le distese di pale e pannelli….oltre che alla raffineria più dannosa del Mediterraneo. Per fortuna c’è chi, oltre ai comitati territoriali e alle numerose assemblee sul tema, decide di mettersi in mezzo.”
“Abbiamo inviato questo testo a TUTTI i giornali in sardegna ma nessuno parla di questo fatto. Proviamo a mandarlo ai gruppi/organizzazioni che si occupano della questione. Ci auguriamo che in questo modo la notizia esca fuori….
La notte del 21 Aprile abbiamo dato fuoco ad una pala eolica a Portovesme.
Ogni scusa è buona per stuprare e martoriare la nostra sardegna con ogni tipo di servitu. La centrale a carbone non bastava…I proprietari delle pale dell’energia “pulita” sono gli stessi che inquinano la nostra aria e i nostri mari con petrolio e carbone. Enle è qui per GUADAGNARE MILIONI RAPINANDO LE RISORSE E RESTITUIRCI LE BRICIOLE. Quelle dei posti di lavoro sono tutte cazzate. A noi rimangono le bollette carissime da pagare, la campagna e il mare pieni di pannelli e pale. I nuovi progetti sono tanti e fanno paura…il passato ci insegna cosa lo stato italiano e la regione sardegna vogliono fare del sulcis….UNA DISCARICA. Per questo lo abbiamo fatto e lo rifaremo. Tutti i sardi devono alzare la testa contro l’ennesima violenza che ci vuole SCHIAVI DIPENDENTI. Dobbiamo difendere la terra che ci ha cresciuti.
Smontiamo i pannelli, spegniamo le centrali, fermiamo le pale…cacciamo a calci in culo chi ci vuole sottomettere
STOP AI PROGETTI D’INVASIONE RINNOVABILE
SI ALLE COMUNITA ENERGETICHE LOCALI AUTONOME DALLE MULTINAZIONALI”