Categorie
General

ANARCHICƷ DANNO FUOCO A TRE CAMION DELLA CARNE IN SOLIDARIETÀ CON G. MICHAILIDIS ED ALFREDO COSPITO

Fonte: Unoffensive Animal – Anarchists burn three meat trucks in solidarity with G. Michailidis and Alfredo Cospito

Primo novembre, Atene, Grecia.

La foto in evidenza non è correlata a questo articolo, ma ad un incendio doloso in una scuola di addestramento per cani poliziotto in Germania, 2019.

Atene, attacco esplosivo all’industria della carne – Segnale di solidarietà a G.Michailidis e ad Alfredo Cospito da parte dellɜ anarchicɜ.

Con questo testo ci assumiamo la responsabilità dell’incendio di 3 camion frigoriferi della Davoutis SA, a Nea Ionia, Atene. Tutti e tre i camion, che erano parcheggiati accanto al negozio-macello principale dell’azienda, sono stati completamente distrutti dalle fiamme. Questa azienda è attiva da decenni nel commercio di animali non umani ammazzati, diventando uno dei più grandi “mercati della carne” nazionali.

La nostra azione è un segnale di solidarietà, complicità con il compagno Giannis Michailidis e la sua lotta, non solo nella veste di prigioniero con una “giusta richiesta”, ma con tutte le prospettive e i contenuti di lotta che come anarchico ha messo sul tavolo delle fermentazioni sovversive.

Con questa azione, quindi, vogliamo a nostra volta mettere una piccola pietra nell’ampliamento della lotta per la libertà e nell’arricchimento delle sue prospettive e pratiche. Vogliamo riposizionarla nel posto integrale che occupa all’interno della resistenza al saccheggio della natura, al bersaglio e al sabotaggio delle strutture che si arricchiscono attraverso la tortura e lo sterminio di massa degli animali non umani. La creazione di comunità di resistenza e di azione diretta contro i progetti di sviluppo sulle cime delle montagne e sui fiumi più remoti. Le lotte per la difesa militante delle poche zone verdi urbane rimaste (come quelle che si stanno sviluppando nelle colline, nei parchi e nelle piazze di Atene). La vigilanza e l’organizzazione collettiva per la protezione e il salvataggio delle foreste dagli incendi devastanti dell’urbanizzazione. La nostra autoformazione sulle conseguenze distruttive del continuo sviluppo della civiltà industriale, sull’evoluzione del cambiamento climatico e su ulteriori analisi e azioni radicali contro la clessidra della distruzione.

Tutto ciò va di pari passo con il riconoscimento dell’importanza di salvare la biodiversità e gli ecosistemi animali, va di pari passo con la lotta per la liberazione di ogni individuo, di ogni animale dalle strutture di confinamento dell’industria “alimentare”, dai laboratori sperimentali del “progresso”, dalle mani degli scuoiatori di “abiti”. Si accompagnano all’atteggiamento coerente del vegetarianismo, fino al punto in cui l’opposizione al dominio dell’umano sugli altri animali si completa a livello individuale. Un’opposizione che scaturisce dai tratti più elementari del pensiero e della pratica contro-autoritaria.

Il legame tra le cause dell’incessante deforestazione, le schiaccianti monocolture di cereali per l’alimentazione degli animali da allevamento, l’enorme contributo dell’industria zootecnica all’effetto serra e all’inquinamento del sottosuolo e delle falde acquifere e l’estinzione di massa delle specie, è più che mai evidente. È il retroscena delle confezioni che finiscono sugli scaffali dei supermercati e dei grandi mercati come quello di Davoutis e poi sui piatti di una società di intenditori che vive nell’indifferenza generalizzata. Un backstage caratterizzato dall’inizio alla fine dalla tortura, dal confinamento, dal sangue di chi non ha voce per dire l’ovvio: non siamo oggetti, non siamo merci!

Ma al di là delle condizioni imposte e degli effetti della moderna distopia delle società di massa. Il progetto di una vita senza imposizioni e sfruttamento si completa e acquisisce una prospettiva globale quando, attraverso l’opposizione al potere come forza motrice della sofferenza di questo mondo, poniamo al centro, come caratteristiche intrinseche nel qui e ora, la libertà, l’autodeterminazione, la vita stessa, di tutti gli esseri viventi. Perché, come si è detto sopra, nessuna vita può essere sacrificata come oggetto, come merce!

Che questa azione sia presa come un indirizzo, un appello a compagnɜ che condividono una prospettiva comune di liberazione totale e che si trovano nella sfortunata posizione di minoranza emarginata, a districarsi e a parlare, ad agire, a organizzarsi. La massiccia accettazione sociale di cui godono tutte queste strutture che torturano e uccidono gli animali non umani e i progetti che distruggono la natura rende le loro infrastrutture obiettivi al di sopra di ogni sospetto, in molti casi incustoditi e vulnerabili. Sono ovunque, dentro e fuori i centri metropolitani. Infine, dichiariamo che stiamo seguendo da vicino gli sviluppi del caso di Giannis. Non intendiamo trattare la tortura prolungata del compagno durante lo sciopero della fame e la sua continua incarcerazione a causa della beffa burocratica come semplici punti nella cronologia degli eventi. Sono esperienze di particolare dolore e costo per la vita e la libertà del compagno… sono cause di intensificazione delle ostilità.

Rilascio immediato del guerrigliero anarchico Giannis Michaelidis. Sostegno e vittoria allo sciopero della fame di Alfredo Cospito. Sabotare il confinamento e la tortura di animali umani e non umani.
Fino alla distruzione dell’ultima gabbia….”