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Patriarcato e specismo

Fonte: Patriarchy and Speciesism (Anti SPeciesist Action Collective)

Animali non umani, uomini, e liberazione totale.
Contenuti sensibili: violenza specista / suicidio / bullismo /
morte / abuso sessuale / abuso domestico

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N.d.T. Poiché il linguaggio e le parole costituiscono un’importanza enorme sulla formazione del nostro pensiero, mi sono permessə di prendermi la libertà di sostituire il termine carne [meat] con il termine corpi animali, laddove fosse necessario.
Ciò è stato fatto per ribadire la loro soggettività come corpi
autonomi e per ridurre la distanza tra noi e gli animali non
umani, distanza che viene spesso creata con la loro oggettificazione tramite eufemismi quali bistecca, hamburger, prosciutto, salsiccia, carne ecc.

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Patriarcato e specismo sono forme di oppressione che
si intersecano e che si manifestano in molti modi. Capire come queste forze di intersecano aiuterà ad esaminare come le persone identificate come maschi possono liberarsi dagli aspetti insidiosi di ciascuna di esse. In questo testo esaminiamo in che modo il patriarcato rinforzi lo specismo, come lo specismo rinforzi il patriarcato e perché abbiamo bisogno di contrastare entrambe le ideologie di dominio, sia per la liberazione degli animali non umani, sia per quella degli uomini.

Note sulla terminologia
Liberazione degli uomini

Un veloce appunto storico: quando ci riferiamo alla liberazione maschile, non parliamo dell’insidioso movimento moderno per i diritti degli uomini. Con liberazione degli uomini ci riferiamo al movimento di liberazione degli anni ‘60 e ‘70, che poi si sciolse e si divise in due movimenti: quello pro-femminismo che
venne poi assorbito nel più generale movimento femminista, e quello che conosciamo oggi come movimento per i diritti degli uomini [Men’s Rights Movement], deliberatamente anti-feminista. Sebbene l’MRM riesca a richiamare attenzione ad alcune disparità di genere che interessano negativamente gli uomini (suicidio, incidenti sul lavoro, mancanza di preoccupazione per le vittime di abusi, ecc.), il punto in cui vacilla è chi e cosa identifica come la causa principale di questi problemi e il modo migliore per porvi rimedio. Il movimento per i diritti degli uomini – mentre dichiara di essere una forza per gli uomini – è diametralmente opposto alla liberazione maschile, che si considera un alleato e un complemento del femminismo.
Preso da Reddit: r/MensLib

SPECISMO

Lo specismo è la falsa credenza secondo cui gli animali diversi dall’umano non si meritino una considerazione morale nel modo in cui la meritano gli umani. Questa deriva dalla fallacia della supremazia umana, ovvero la convinzione che negli umani ci sia qualcosa di intrinseco che ci garantisca più valore morale rispetto a qualsiasi altro essere senziente. Questa convinzione sorregge la violenza strutturale in cui gli animali non umani sono sfruttati, maltrattati o privati del  diritto di vivere. È molto simile ad altre forme di supremazia che portano all’emarginazione di qualcunə.

 

Come patriarcato e specismo si rinforzano a vicenda

Il consumo dei corpi e delle secrezioni degli animali non umani è profondamente legato al patriarcato e alla mascolinità tossica.

Nella nostra cultura, agli uomini viene insegnato di rafforzare e valorizzare comportamenti e pensieri che denigrino l’empatia e la compassione. Questi si manifestano a scuola, in famiglia, nei luoghi di lavoro e nelle pubblicità. [1] Tutti i punti di contatto dell’identità maschile spingono verso atteggiamenti socialmente costruiti che descrivono il ruolo di genere maschile come violento, non emotivo, sessualmente aggressivo e così via. In tutto il mondo, le società femminilizzano la compassione e mascolinizzano il consumo di corpi animali. Come spiegato in La politica sessuale della carne da Carol Adams, “La carne diventa un simbolo di ciò che non si vede ma è sempre presente: il controllo patriarcale degli animali e del linguaggio.”

Le relazioni umano-umano possono aiutare a spiegare le differenza di genere nelle relazioni umano-non umano, e le tenenze allo sfruttamento verso l’ambiente e gli animali non umano possono essere costruite su meccanismi psicologici condivisi. [2] Agli uomini non solo viene insegnato di dominare i corpi di altri umani, ma anche gli animali non umani vengono visti come inferiori rispetto alla gerarchia del potere patriarcale. La maggior parte dei cacciatori sono uomini e, naturalmente, è agli uomini che viene detto che mangiare animali sia una cosa da maschi.

In epoca moderna, la nostra concezione del cibo è stata distorta da un’industria sessista che ripete agli uomini quanto siano “forti” quando hanno molti muscoli, pochi sentimenti e ingeriscono le “proteine nobili”, come il bacon, le bistecche e le salsicce [3]. Uno studio ha persino rilevato che, tra alcune donne, gli uomini vegani e vegetariani sono visti come meno attraenti dal punto di vista sessuale, poiché deviano dai comportamenti tradizionali degli uomini nella società.

“Gli uomini che sono coinvolti in modelli inflessibili di mascolinità, invece di vedere l’identità di genere come socialmente costruita e mutevole, tendono ad avere più problemi con l’idea della compassione verso gli altri animali, poiché storicamente è stata in antitesi con i modelli dominanti di mascolinità.” – Dr. Richard Twine

Gli effetti devastanti di questa brama di carne si traducono nello sfruttamento di miliardi di animali non umani ogni anno. Non solo con il consumo di corpi e secrezioni, ma anche con l’intrattenimento “mascolino” (rodei, corse di cavalli, combattimenti di tori ecc.) e la scienza dominata dagli uomini con la vivisezione. [4] La mascolinità tossica – imposta agli uomini attraverso il patriarcato – si manifesta in un comportamento specista che opprime tutti gli esseri visti come “inferiori”.

Ogni volta che affermiamo gli standard di mascolinità costruiti a partire dal danneggiamento o dall’emarginazione dellɜ altrɜ, abbassiamo le nostre aspettative che gli uomini vivano una vita pienamente realizzata e compassionevole. [5]

Come il patriarcato lede gli uomini

La mascolinità tossica è un insieme di atteggiamenti socialmente costruiti che descrivono il ruolo di genere maschile come violento, non emotivo, sessualmente aggressivo e così via; ed è uno dei tanti modi in cui il patriarcato danneggia non solo le donne e gli animali non umani, ma anche gli uomini.

Ovviamente sono vantaggiosi quasi tutti i modi in cui il patriarcato interessa gli uomini: dalla mancanza di leggi che controllano i loro corpi al loro genere impostato come “predefinito”. D’altro canto, ci sono diversi modi in cui il patriarcato danneggia gli uomini, molti dei quali sono nascosti sotto ai nostri occhi [6]. Norme rigide e stereotipate di mascolinità condizionano la loro salute fisica ed emotiva, le loro relazioni con le donne, la loro educazione ai figli e le relazioni con gli altri uomini [7].

Le norme culturali forzano gli uomini a reprimere i loro sentimenti in modo da rientrare nell’angusta aspettativa della mascolinità, che propone le emozioni come deboli [8].

Così come non tutti gli uomini commettono atti di mascolinità tossica, non tutti si adattano a unno stampo standard di virilità. Molti uomini potrebbero essere in difficoltà con la loro identità sessuale, o potrebbero non avere mai avuto le opportunità offerte ad altri a causa della loro classe sociale. Potrebbero non lavorare o essere genitori a tempo pieno. Potrebbero anche essere uomini che, ad un certo punto, sono stati oggetto di commenti tossici o di violenza da parte di altri uomini.” [9]

Come il complesso zootecnico industriale danneggia gli uomini

Alcuni studi affermano come i corpi maschili siano più a rischio di vita in luoghi di lavoro, dove esiste una probabilità dieci volte più alta di morire. [10] Gli uomini costituiscono la maggior parte dei lavoratori del complesso industriale zootecnico, e le condizioni lavorative sono dannose per la salute fisica ed emotiva.

In uno studio del 2009 condotto dalla criminologa Amy Fitzgerald si riscontra che, rispetto ad altre industrie, l’impiego nei macelli ha aumentato i numeri di arresti totali, compresi gli arresto per stupro e altri crimini violenti. Secondo il PTSD Journal, “Questo operai sono assunti per uccidere animali – come maiali e mucche – che sono principalmente creature amichevoli. Per compiere queste azioni, gli operai necessitano di disconnettersi da quello che stanno facendo a quelle creature di fronte a loro.” [11]

In Europa, Asia, Africa e le Americhe, gli uomini consumano più carne delle donne (Adams, 1990). [12] Consumando più animali e secrezioni, hanno anche una salute più a rischio con diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ictus e alcuni tipi di cancro [13]. Associare la mascolinità con il consumo di corpi animali significa danneggiare attivamente gli uomini tenendoli legati a prodotti con gravi conseguenze per la salute.

Le pubblicità che collegano la carne ed altri prodotti insalubri alla mascolinità fanno leva sulla nozione che, per essere un vero uomo, dovresti essere diametralmente opposto ad una donna. Secondo questi standard, per essere virili bisogna danneggiare il più possibile il proprio corpo o, almeno, mostrare una suprema indifferenza per la propria salute al di fuori del proprio fisico scolpito in palestra.

Questo è evidente osservando il nuovo insulto preferito dall’estrema destra [americana]: “soy boy [ragazzo di soia]”.  Il loro concetto è che se si bevono alternative al latte animale, si è ovviamente deboli e femminili (sulla base dell’errata convinzione che i prodotti a base di soia aumentino i livelli di estrogeni egli uomini, anche se ciò non è stato scientificamente provato). Per gli uomini che usano termini come soy boy, essere chiamati in qualsiasi modo che abbia a che fare con la femminilità, costituisce l’insulto definitivo. Satana proibisce che qualcunə sia una vera donna. [14].

Rifiutarsi di mangiare carne per motivi etici è un atteggiamento opposto all’attuale definizione egemonica di mascolinità. [15] Diventare vegani è quindi un modo per combattere la mascolinità?

Come il veganismo può rafforzare la mascolinità tossica

Sì e no. Gli uomini vegani contestano la definizione ristretta di mascolinità egemonica, ma non riescono a superare le disuguaglianze di genere. Uno studio sostiene che, sebbene l’essere veganɜ sia percepito come una caratteristica femminile, molti uomini che adottano questa alimentazione lo fanno per ragioni maschili (come la razionalità) invece che femminili (come l’emozione), per cui continuano a sostenere il patriarcato piuttosto che sovvertirlo. [16].

Gli uomini vegano spesso inquadrano la loro compassione per gli animali non umani in termini dominanti, ponendosi come “curatori”, “protettori” e “difensori” dei deboli, piuttosto che come alleati. Questo esemplifica l’idea della sindrome del salvatore [saviorism], dove l’eroe maschio cis (prevalentemente bianco) è posizionato come il salvatore del movimento.

La sindrome del salvatore è spesso caratterizzata dal declassamento dei non umani e dall’invocazione di visioni antropocentriche verso se stessi e il movimento. Lɜ attivistɜ spesso si descrivono come la voce di chi non ha voce, ma questo concetto annulla il fatto che i non umano abbiano voci, comunità, lingue e stili di vita molto diversi dai nostri. [17].

Sebbene le donne costituiscano la maggioranza dellɜ attivistɜ del movimento di liberazione animale e delle persone vegane, gli uomini dominano i media e idolatrano in modo eccessivo gli “attivisti famosi” all’interno del movimento. Questa rappresentazione e il culto dell’eroe rafforzano la posizione dominante degli uomini, visti più in generale nella società nei ruoli di “leadership”.

“L’incoronazione del maschio – di solito, ma non sempre, il maschio cis bianco – come portavoce, incredibile “raccoglitore di fondi”, attivista profetico, “leader” insostituibile, è in antitesi con l’attivismo antispecista… L’unico modo per spiegare questo ruolo sproporzionato degli uomini cis bianchi nelle posizioni di leadership è che il movimento stia imitando la cultura piuttosto che rispettare le capacità dei suoi stessi partecipanti. Forze esterne, come i media dominanti e i finanziatori che seguono il modello “ascolta e dai potere al maschio cis bianco, è lui il leader”, possono contribuire alla perpetuazione di questo modello.” [18]

Anche i prodotti di consumo vegano non sono immuni da tattiche di marketing patriarcali. Il capitalismo consumista fa leva su stereotipi, commercializzando opzioni a base vegetale con la stessa idea di virilità dei prodotti animali. Johnson (2011) [19] ha rilevato che il veganismo è stato promosso dagli uomini enfatizzando i benefici per la salute, in particolare la virilità sessuale e la forma fisica. Lɜ attivistɜ del movimento di liberazione animale usano spesso tattiche simili per “vendere” il veganismo, tattiche che mettono al centro gli umani e ribadiscono tratti di mascolinità tossica. Questo include la valorizzazione di uomini e atleti muscolosi, consolidando lo stereotipo che i muscoli siano una caratteristica fondamentale del corpo maschile.

Un’altra affermazione che sentiamo è che gli uomini vegano siano più bravi a letto e che non soffrano di disfunzioni erettili (non tutti gli uomini hanno un pene), facendo prevalere il concetto di virilità maschile anziché quello di etica. Non solo questo costituisce un atteggiamento abilista e trans-escludente, ma centra i corpi umani in un movimento per i non umani. Rifiutare di mangiare i corpi animali per etica può essere una sfida all’attuale definizione egemonica di mascolinità, ma dobbiamo stare in guardia e non cadere nella trappola del comportamento da maschi tossici.

Perché gli uomini dovrebbero essere antispecisti

Le cose a cui gli uomini devono omologarsi li allontanano dal veganismo.” – Carol J. Adams

I sistemi che perpetuano l’emarginazione degli esseri umani attraverso il razzismo, il sessismo, l’abilismo e così via, come i nostri sistemi giuridici, educativi e di giustizia penale, rafforzano anche le nozioni di specie che danneggiano i non umani.

Affrontando il problema dello specismo si affronterà anche quello del patriarcato e viceversa. Adottare principi antispecisti può fungere da precursore per una più ampia liberazione totale. Il veganismo e i concetti antispecisti dovrebbero essere assorbiti dalle persone identificate come uomini che vogliono essere compassionevoli e premurose nella lotta contro tutte le forme di oppressione.

“La decisione di diventare vegetarianɜ non destabilizza di per sé il genere, ma le successive interazioni sociali tra vegetarianɜ e chi mangia carne richiedono una messa in discussione del genere – o una resistenza.” [20] – Anne DeLessio-Parson

Adottare l’antispecismo aiuta nel rompere i miti comuni della mascolinità che rafforzano il patriarcato. Chi si identifica uomo dovrebbe quindi confrontarsi con le disuguaglianze strutturali e lo specismo come parte di un più ampio attivismo intersezionale. Iniziamo a lavorare per la liberazione degli uomini come parte della liberazione totale senza rafforzare il patriarcato e lo specismo lungo il percorso.

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[1] Un esempio tra i tanti è la pubblicità del Burger King in cui viene esaltata una mascolinità fortemente legata al
consumo di corpi animali. “I am a man. Eat this meat” [Sono un uomo, mangia questa carne].
Il link al video: https://www.youtube.com/watch?v=vGLHlvb8skQ

[2] Gender difference in attitudes towards animal exploitation (https://faunalytics.org/gender-difference-in-attitudes-towards-animal-exploitation/)

[3] The meat industry’s exploitation of toxic masculinity hurts us all (https://medium.com/the-establishment/how-the-meat-industry-exploits-toxic-masculinity-868f10989e)

[4] New study says the gender gap in science could take generations to fix (https://theconversation.com/new-study-says-the-gender-gap-in-science-could-take-generations-to-fix-95150)

[5] Meatless meals and masculinity: How veg* men explain their plant-based diets (https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/07409710.2017.1420355?journalCode=gfof20)

[6] 6 Ways the Patriarchy is harmful to men, because feminism isn’t just for women (https://www.bustle.com/articles/124983-6-ways-the-patriarchy-is-harmful-to-men-because-feminism-isnt-just-for-women)

[7] Toxic masculinity: A primer and commentary (https://xyonline.net/content/toxic-masculinity-primer-and-commentary)

[8] Toxic masculinity: Life as a man isn’t always easy either (https://www.bbc.co.uk/news/world-us-canada-45908983) e Toxic masculinity leaves most young men feeling pressured to ‘man up’ (https://www.independent.co.uk/life-style/toxic-masculinity-international-mens-day-2018-gender-stereotypes-man-up-a8641136.html)

[9] The real problem with toxic masculinity is that it assumes there is only one way of being a man (https://theconversation.com/the-real-problem-with-toxic-masculinity-is-that-it-assumes-there-is-only-one-way-of-being-a-man-110305)

[10] Census of Fatal Occupation Injuries Summary, 2017 (https://www.bls.gov/news.release/cfoi.nr0.htm)

[11] To uphold my feminist values, I went vegan (https://theestablishment.co/to-uphold-my-feminist-values-i-went-vegan/?fbclid=IwAR27TYiyrpTGBDZJHcelf77i4g-Wy02x1611iyK_koWOqg44n5HwHYEfcfo)

[12] Adam C. (1990). La politica sessuale della carne: una teoria critica vegetariana

[13] Risk in red meat? (https://www.nih.gov/news-events/nih-research-matters/risk-red-meat)

[14] Soy Boy: what is this new online insult used by the far right? (https://www.independent.co.uk/life-style/soy-boy-insult-what-is-definition-far-right-men-masculinity-women-a8027816.html)

[15] Vegan men and hybrid masculinity (https://www.researchgate.net/publication/313449953_Vegan_Men_and_Hybrid_Masculinity)

[16] How the meat industry exploits toxic masculinity (https://www.alternet.org/2016/04/how-meat-industry-exploits-toxic-masculinity/)

[17] Saviorism (http://www.consistentantioppression.com/the-why-what/saviorism/)

[18] Hero Worship (http://www.consistentantioppression.com/the-why-what/hero-worship/)

[19] Johnson, J. A. (2011). Hegans: an examination of the emerging male vegan (Tesi di master inedita). Mankato: Minnesota State University

[20] Doing vegetarianism to destabilize the meat-masculinity nexus in La Plata, Argentina (https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/0966369X.2017.1395822?journalCode=cgpc20)

 

per confronti e feedback: taro@anche.no