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CONDANNATO JOSEPH DIBEE, SABOTATORE DELL’EARTH LIBERATION FRONT

Testo tradotto da: UnoffensiveAnimal. Joseph Dibee, Earth Liberation Front saboteur sentenced to time served

Joseph Mahmoud Dibee, 54 anni, è un attivista ecologista ed ex sabotatore dell’Earth Liberation Front. Oggi [13 novembre 2022] Dibee è stato condannato a scontare la pena dopo essersi dichiarato colpevole di due capi d’accusa: associazione a delinquere ed incendio doloso. Gli è stato inoltre ordinato di completare un totale di 1.000 ore di servizio sociale.

Dibee è ex membro di una cella autonoma dell’Earth Liberation Front e dell’Animal Liberation Front, reti slegate di attivistɜ che tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000 si resero responsabili di una serie di attacchi ad industrie, aziende ed enti governativi che consideravano come responsabili della crescente crisi ecologica.

Nel 2005, in pieno fervore antiterroristico post-911, l’FBI lanciò l’Operazione Backfire [1], che portò all’incriminazione di quasi 20 persone con gravi accuse. Sebbene Dibee non fosse inizialmente accusato, fu chiamato a presentarsi davanti a una giurìa federale per testimoniare contro un altro attivista. Messo di fronte alla scelta se collaborare o fare la spia, Dibee scelse di fuggire in Siria, il paese d’origine della sua famiglia. Poco dopo, fu incriminato per associazione a delinquere.

Nell’estate del 2018, Dibee viene bloccato all’aeroporto internazionale José Martí dell’Avana, a Cuba, mentre torna a casa da un viaggio di lavoro in Ecuador, e viene trattenuto dalle autorità cubane per diversi giorni. Dibee sostiene di essere stato torturato, minacciato di esecuzione e tenuto senza né cibo né acqua. Il 9 agosto 2018 viene consegnato all’FBI ed estradato negli Stati Uniti.

Nell’aprile del 2022, dopo quasi due anni di detenzione preventiva, Dibee firma un accordo di patteggiamento ammettendo la sua partecipazione a un’associazione a delinquere finalizzata all’incendio doloso di Cavel West, un impianto di confezionamento di carne in Oregon noto per la macellazione di cavalli selvatici, e di un impianto per cavalli del Bureau of Land Management vicino a Litchfield, in California.

Oggi, due anni e cinque mesi dopo la sua prima cattura, Dibee è comparso davanti alla corte della giudice federale Ann Aiken a Eugene, in Oregon, per la sentenza. L’accusa ha chiesto alla corte di condannare Dibee a 87 mesi di carcere, adducendo la gravità dei suoi crimini e il tempo trascorso in fuga come ragioni per una sentenza più severa. Alla fine, la giudice Aiken ha respinto questa motivazione, affermando che anche il tempo trascorso lontano dalla famiglia è una punizione, sia che ci si trovi in Siria, in Russia o in prigione.

La Siria e la Russia non erano destinazioni di svago” aggiunge la giudice.

Nella sua lunga dichiarazione, la giudice Aiken, come ragioni per emettere la sentenza di pena scontata, ha citato i 29 mesi di detenzione preventiva di Dibee, durante i quali ha contratto il COVID-19 dopo essere stato aggredito da un suprematista bianco, nonché gli anni di esilio autoimposto all’estero.

La giudice ha anche parlato a lungo dei decenni di sforzi compiuti da Dibee durante la sua latitanza in Siria, Russia ed Ecuador per utilizzare le sue competenze ingegneristiche per promuovere cause ambientali.

Aiken ha anche riportato la dichiarazione di Dibee di essere stato torturato dalle autorità cubane dopo la cattura all’Avana. Dibee ha dichiarato di essere stato lasciato senza acqua per giorni e di essere stato minacciato. Egli ha affermato che le autorità – nel caso in cui non avesse voluto confessare – lo avrebbero portato su un aeroplano per gettarlo in mare aperto, in modo da non poter più essere ritrovato.

Non credo che possa aver inventato una storia del genere“, ha detto Aiken.

Inizialmente la giudice aveva condannato Dibee a pagare più di 1,3 milioni di dollari in restituzione alle entità prese di mira dai suoi attacchi, ma ha deciso successivamente di rimandare la questione della restituzione a una prossima udienza, dopo che l’avvocato di Dibee si sarà opposto.

La giudice ha citato la mancanza di risorse finanziarie di Dibee, affermando che probabilmente non sarà in grado di pagare presto la restituzione “a meno che non si arricchisca” creando una tecnologia che cambi la vita, cosa che secondo il giudice Aiken “sembra possibile“.

Durante la latitanza, Dibee ha insegnato ingegneria ambientale in un’università della Siria, contribuendo anche a pianificare un progetto nazionale sulle energie rinnovabili. In Russia ha avviato un’attività di riciclaggio di carburanti esausti in biodiesel. In Ecuador, ha accettato di creare una tecnologia per l’estrazione dell’oro ecologicamente corretta, per mitigare i pericoli del mercurio e di altre tossine presenti nelle tecnologie attuali.

Francamente, questo Paese ha bisogno di alcune delle tecnologie che lui è in grado di creare“, ha poi detto Aiken.

[1] Per sapere di più sull’Operazione Backfire, consigliamo (in inglese): https://crimethinc.com/2008/02/22/green-scared