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Traduzione di “Come la Nonviolenza protegge lo Stato” di Peter Gelderloos

Al link la traduzione di un libro dell’autore Peter Gelderloos sul tema della nonviolenza e di come essa si pone nei confronti dei movimenti di lotta. Pur non trattandosi di un argomento prettamente antispecista o ecologista lo riteniamo importante anche per queste lotte e per i movimenti di liberazione in generale.

Per commenti, errori di traduzione, migliorie o proposte sul tema scrivere alla casella mail pipistrelleblog@disroot.org.

A breve sarà online anche la traduzione del libro di Peter Gelderloos “Il Fallimento della Nonviolenza”, sempre sullo stesso tema.

 

Come la Nonviolenza Protegge lo Stato

 

 

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Resistenza animale e confini di specie. Tra dominio umano, film d’animazione e ribellioni

Versione lettura: Resistenza animale e confini di specie

Versione stampabile: Resistenza animale e confini di specie (STAMPABILE)

 

Glossario

antropocentrismo dal greco anthropos (essere umano) e kentron (centro); è la credenza, visione o teoria che posiziona l’essere umano al centro di tutto ciò che esiste. Esso è la base delle azioni che oggettificano l’ecosistema e chi ne fa parte per raggiungere obiettivi che soddisfino i bisogni e i desideri della specie umana;

specismo convinzione che gli umani debbano godere di un’importanza superiore a quella degli altri animali, nasce da un pensiero antropocentrico;

rifugi antispecisti luoghi in cui gli animali da reddito trovano rifugio e in cui non è contemplato l’utilizzo dei loro corpi. Il rifugio antispecista (che va considerato un compromesso, non una soluzione) mira a tutelare gli individui rifugiati affinché possano autodeterminarsi e vivere in libertà (nei limiti dei recinti, figli di una società dominata dall’essere umano, dal profitto e dalla proprietà privata). L’obiettivo di un rifugio è di tamponare un problema endemico, e di puntare ad una società in cui il rifugio stesso non è necessario. Alcuni rifugi presenti in Italia fanno parte della Rete dei Santuari (http://www.animaliliberi.org/site/), mentre molti altri non ne fanno parte.

Ringrazio il mio amico Den per avermi dato una mano con la revisione del contenuto.

Introduzione

Il discorso sulla resistenza degli altri animali è sempre un tema delicato che non sempre è facile da elaborare. Ogni giorno ci sono svariate notizie riguardo ad individualità che fuggono da allevamenti, zoo, circhi, acquari. Ma come reagisce l’opinione pubblica a queste notizie? Quanto impatto hanno sugli individui? Quanto queste azioni vengono prese sul serio?

Un animale non umano che colpisce il suo aggressore, che scappa, che si disorienta tra le automobili delle realtà urbane, o che attraversa a nuoto lo stresso di Messina [1] è spesso oggetto di curiosità, divertimento, derisione e anche di invisibilizzazione e repressione; coloro che necessitano di difendere la cultura specista perché ne traggono profitto o perché vogliono rimanere nella propria zona di comfort, utilizzano sempre le medesime argomentazioni; esiste in generale un preciso intento nel minimizzare queste azioni che vengono additate come irrazionali, casuali ed isolate. Credo che ci ostiniamo continuamente ad ignorare queste azioni o a rifiutarle come atti di resistenza perché ci spaventano; abbiamo paura di riconoscere che la centralità di specie che ci siamo datз sia infondata, così come ammettere che anche le altre specie abbiano molti bisogni ed emozioni in comune con la specie umana. Detronizzarci e rinunciare ai nostri privilegi ci terrorizza, quindi minimizziamo l’esistenza di individui di altre specie definendoli irrazionali, inferiori e “meno intelligenti”. Ma, dato che considerare qualcunə (a prescindere dalla specie) come più/meno intelligente lascia intendere che ci sia uno standard di riferimento per giudicare l’individuo, qual è questo standard di intelligenza? A chi giova mantenerlo? E perché?

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Veganismo significa attaccare. Fomentare un incendio contro lo specismo e l’antropocentrismo morale

 

Traduzione dell’articolo scritto da Flower Bomb: https://warzonedistro.noblogs.org/post/2017/09/09/vegan-means-attack-fomenting-a-wildfire-against-speciesism-and-moral-anthropocentrism/

Il mio veganismo esiste come confronto nichilista contro il tessuto morale esistente dell’antropocentrismo e dello specismo. Qui, su questa terra chiamata “america” le giustificazioni morali per il consumo di corpi e secrezioni di animali non umani vanno di pari passo con l’industrializzazione di corpi che sono socialmente riconosciuti come semplici prodotti per il consumo. Il mio veganismo è definito non solo dal rifiuto individualista di interiorizzare, convalidare e rafforzare questi valori sociali autoritari, ma anche dal fatto di attaccarli consecutivamente.

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Patriarcato e specismo

Fonte: Patriarchy and Speciesism (Anti SPeciesist Action Collective)

Animali non umani, uomini, e liberazione totale.
Contenuti sensibili: violenza specista / suicidio / bullismo /
morte / abuso sessuale / abuso domestico

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N.d.T. Poiché il linguaggio e le parole costituiscono un’importanza enorme sulla formazione del nostro pensiero, mi sono permessə di prendermi la libertà di sostituire il termine carne [meat] con il termine corpi animali, laddove fosse necessario.
Ciò è stato fatto per ribadire la loro soggettività come corpi
autonomi e per ridurre la distanza tra noi e gli animali non
umani, distanza che viene spesso creata con la loro oggettificazione tramite eufemismi quali bistecca, hamburger, prosciutto, salsiccia, carne ecc.

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Patriarcato e specismo sono forme di oppressione che
si intersecano e che si manifestano in molti modi. Capire come queste forze di intersecano aiuterà ad esaminare come le persone identificate come maschi possono liberarsi dagli aspetti insidiosi di ciascuna di esse. In questo testo esaminiamo in che modo il patriarcato rinforzi lo specismo, come lo specismo rinforzi il patriarcato e perché abbiamo bisogno di contrastare entrambe le ideologie di dominio, sia per la liberazione degli animali non umani, sia per quella degli uomini.

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Rinnovamento industriale

Di seguito un contributo apparso su Avis de tempetes #49, gennaio ’22, tradotto da finimondo.org

Link originale: https://finimondo.org/node/2599

Rinnovamento industriale

In questi giorni qualche timido fiocco sta imbiancando le pianure, le foreste e le colline di Belgrado est. Il termometro stenta a salire sopra lo zero nella capitale serba. In questo secondo fine settimana di gennaio sono previste nuove giornate di azione contro il progetto di apertura della più grande miniera di litio d’Europa (58.000 tonnellate all’anno), lanciato dal gruppo anglo-australiano Rio Tinto. Da diversi mesi migliaia di persone partecipano a manifestazioni, ma soprattutto a blocchi stradali in tutto il paese.

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STORIA DELLA FORESTA DI HAMBI

Articolo tratto da:

https://hambachforest.org/background/the-forest

Prima che la RWE Rheinisch-Westfälische Elektrizitätswerke (German Power Supplier) iniziasse la distruzione della foresta, questa zona si chiamava ancora Burgewald (Rocca del bosco).

Il cambio di nome in foresta di Hambach serve anche a questo, a nascondere la lunga storia della foresta e il suo valore in quanto una delle foreste più antiche della Germania.

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Terra e libertade

Articolo tratto da: https://www.maistrali.it/2022/07/03/terra-e-libertade

“Pubblichiamo a tre anni esatti dalla sua uscita su NurKùntra l’articolo Terra e libertade in versione integrale.

Proponiamo questa lettura perché ci sembra che alcune riflessioni e proposte siano assolutamente attuali e possano stimolare dibattito e idee fra chi vive e lotta in Sardegna e non solo.
In particolare rileggendolo a distanza di tempo ci è sembrata interessante l’azzeccata proposta della possibile occupazione di territori acquistati da grandi multinazionali per varie forme di sfruttamento. Questo orizzonte in Sardegna negli ultimi dieci anni non è mai stato così vicino e così potenzialmente diffuso come lo è ora. La speculazione energetica che si prepara a invadere la nostra isola, e farne la batteria dell’Europa, sarà una manovra che potrebbe ricordare ciò che accadde con le basi militari nei decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale. E che per questo potrebbe innescare interessanti resistenze.

Oltre a questo aspetto specifico ci sembra che in generale – accelerate ad esempio dall’esperienza pandemica – le riflessioni sui percorsi di autonomia (salute, istruzione, autosufficienza alimentare ecc) siano sempre più attuali e diffuse. Riteniamo che Terra e libertade, seppur con i suoi limiti, possa essere un buon contributo al dibattito.”

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Ai nostri amici di XR [ITA/ENG]

Tratto dal sito di earthfirst UK

Link originale: https://www.earthfirst.uk/rebel-rebel/

[ENG BELOW]

Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di attività nel movimento per il clima nel Regno Unito. È stimolante vedere così tante persone decise ad agire sul cambiamento climatico e impegnate a difendere ferocemente la natura. Extinction Rebellion (XR), in particolare ha coinvolto migliaia di nuove persone, ha modificato l’opinione pubblica e ha riacceso il movimento. Anche all’interno di XR si è creato un movimento entusiasmante, che ha preso sempre più di mira coloro che, all’interno dei media aziendali e delle industrie fossili, causano il problema, piuttosto che limitarsi a creare disordini pubblici.

 

Ma sembra che alcune importanti lezioni del passato siano state dimenticate. Sappiamo che alcuni di voi stanno già pensando e parlando di queste cose e ci auguriamo che quanto abbiamo scritto venga recepito nel modo in cui è inteso, ovvero come alcune riflessioni ponderate da parte di amici critici:

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Capitalismo resiliente. Uno sguardo siciliano su estrattivismo e nocività del new green deal

È uscito, a cura della redazione del blog https://sciroccomadonie.noblogs.org/  l’opuscolo “Capitalismo resiliente. Uno sguardo siciliano su estrattivismo e nocività del new green deal”.

Ecco il link per scaricarlo: CapitalismoResiliente

Riportiamo qui di seguito due testi introduttivi, utili a farsi un’idea dei contenuti.

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THE DARK SIDE OF ECOLOGY: Viaggio alla scoperta del lato oscuro del pianeta Verde – Terza parte: Ecologia politica del Capitale – La fabbricazione di Greta Thunberg

Tratto da La nave dei folli

link originale: https://lanavedeifolli.noblogs.org/post/2022/07/27/episodio-3-39-puntata-doppia/

THE DARK SIDE OF ECOLOGY

Viaggio alla scoperta del lato oscuro del Pianeta Verde

TERZA PUNTATA

L’ECOLOGIA POLITICA DEL CAPITALE

Con intermezzo di LA FABBRICAZIONE DI GRETA THUNBERG – PER IL CONSENSO: L’economia politica del complesso industriale non-profit di Cory Morningstar

Download testo: The-Dark-Side-of-Ecology-3-Ecologia-politica-del-Capitale-La-fabbricazione-di-Greta-Thunberg